10 giugno 2025


Il viaggio è cominciato ieri sera in Stazione Centrale a Milano. Alle 21.10 sono salito sul treno che mi ha portato a Genova Piazza Principe e da lì, lungo la notte, un altro treno mi ha fatto attraversare l’Italia fino a Sud del Lazio. Alle 7.51 scendevo alla stazione di Formia-Gaeta; alle 7.55 ripartivo per pochi minuti fino alla stazione di Minturno-Scauri, dove era finita la mia avventura sulla Via Francigena del Sud il 31 ottobre 2021. 

Dalla stazione sono sceso in spiaggia. Questa volta siamo in piena stagione estiva: c’è tanta gente ed è pieno di ombrelloni. Dopo colazione mi sono messo in cammino. Il cielo limpido e il sole già caldo promettevano una bella insolazione. 

All’inizio la via Francigena seguiva il lungomare per poi, quasi subito, svoltare a sinistra entrando prima nel paese e poi nelle campagne. Ho percorso l’argine laziale del fiume Garigliano (dall’altra parte è già Campania) fino allo snodo stradale dell’Appia. Ho imboccato la statale Domiziana verso Napoli… ed è qui che mi hanno fermato i carabinieri. Erano appostati per controllare la velocità. Uno di loro, incuriosito, si è avvicinato chiedendomi chi ero e dove andavo. Dopo aver tentato di convincermi che la strada che stavo percorrendo verso Sessa Aurunca fosse sbagliata mi ha salutato augurandomi buon cammino.

Ho attraversato il paese di “Santi Cosma e Damiano” (ancora in Lazio) e sono entrato in Campania da Maiano, prima frazione di Sessa Aurunca. Mi sono fermato al supermarket per comprare da mangiare (un panino rucola, pomodorini sott’olio e formaggio fresco) e sono ripartito. La via Francigena continuava su sentieri polverosi tra campagne assolate. Ho incontrato due pellegrini ciclisti che pedalavano verso Santa Maria di Leuca. 

A Lauro si è da poco conclusa la festa della Madonna dei Pozzi. I pali lungo la strada erano tappezzati di cartelli: “W IL VESCOVO” “W IL PARROCO” “W LA MADONNA DEI POZZI DI LAURO”. Giunto al santuario non potevo che fermarmi a dare un’occhiata. 

I chilometri nelle gambe cominciavano ad essere tanti e il caldo non dava tregua. Così è iniziata la parte più faticosa della giornata camminando tra sentieri coperti di sterpaglie salendo e scendendo fino a Cupa. Erano le 15.00: 29 km fatti e ancora 4 alla meta. Mi sono seduto su una panchina in mezzo al paese. Fuori non c’era nessuno ma dall’interno delle case provenivano le voci di bambini e adulti che si godevano al fresco le ore più calde della giornata.

Sono ripartito e, finalmente, sono giunto a Sessa Aurunca dove ho casa nella sede di Legambiente. Mi fanno male la testa, la schiena e le ginocchia. Spero che una bella dormita mi rimetta in forma.